“Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”
Ippocrate di Kos
“Mi piace il cibo che non debbano elaborare e sorvegliare stuoli di servi, non ordinato molti giorni prima né servito dalle mani di molti, ma facile a reperirsi e semplice, un cibo che non ha nulla di ricercato o di prezioso, che non verrà a mancare da nessuna parte si vada, non oneroso per il patrimonio né per il corpo, tale da non uscire poi per la stessa via dalla quale è entrato . Mi piacciono il servo alla buona e lo schiavetto rustico, l’argenteria massiccia ereditata dal padre contadino che non reca norni di artigiani, e una tavola che non si fa notare per la varietà delle venaturel e che non è famosa in città per il frequente susseguirsi di padroni eleganti, ma che sia improntata alla praticità, tale da non trattenere su di sé gli occhi di nessun commensale per il piacere né accenderli di invidia”.
Seneca
“Siamo situati all’interno della natura; e dovrebbe essere posto fuori di essa chi vi oppone”, scriveva l’hegeliano Ludwig Feuerbach, eppure, lo scorso 16 ottobre il World Food Prize, il Nobel del cibo istituito nel 1986 dall’agronomo e ambientalista statunitense Norman Borlaug, è stasto assegnato a tre biologi, tra cui Robert Fraley, il biotecnologo dell’azienda Monsanto e Mary-Dell Chilton, che opera presso la società biotech Syngenta a Monsanto, legittimando così la stessa quale azienda pioniera nella modifica genetica degli organismi e favorendo la validazione del modello di business che impoverisce le aziende agricole e manipola il nostro cibo. Modello quindi totalmente opposto alla Medicina Cinese ed alla Naturopatia.
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