Nèi Gōng Tuīná, il Massaggio Tradizionale Cinese basato sull’energia interna

Nèi Gōng Tuīná, il Massaggio Tradizionale Cinese basato sull’energia interna

Il Tuina si sta lentamente diffondendo anche in Italia, questo particolare massaggio energetico guadagna spazio insieme a tecniche ormai diffuse da molti anni, come lo shiatsu o la riflessologia plantare. In questa situazione di sviluppo graduale è fondamentale che il Tuina metta in evidenza le proprie peculiarità in modo da proporsi come sistema realmente particolare e unico. L’associazione Wu wei  opera dal 2000 organizzando regolarmente corsi di massaggio tuina a Brescia.

L’attenzione dei praticanti non può limitarsi al mero apprendimento della tecnica, è necessario lo studio approfondito della Medicina Tradizionale Cinese e soprattutto la pratica intensa e costante del Tai Chi Chuan e del Qigong. In particolare nei corsi di Tuina organizzati a Brescia dall’Associazione Wu Wei viene insegnato il Nei Gong Tuina, si tratta di uno stile molto particolare, fatto di tecniche estremamente morbide ed elastiche, nutrite in modo costante dall’utilizzo sapiente dell’energia interna. Il lavoro di base prevede l’utilizzo della tecnica Quen fa (rotolamento della mano, vedi più avanti) su tutte le parti del corpo del ricevente.Ottimo insegnante di questo stile è il M.  Wang Zhi Xiang che esegue il trattamento utilizzando movimenti fluidi e armoniosi che derivano direttamente dalla lunga pratica del Tai Chi Chuan. Le mani rimangono in costante contatto con il corpo del ricevente anche durante i necessari spostamenti del corpo. In questo modo il Maestro crea un vero e proprio campo di energia che avvolge completamente la persona. Tale campo di energia da un lato nutre e tonifica, e dall’altro genera uno stato di profondo rilassamento (Fang song) che consente poi l’applicazione delle manovre specifiche di tonificazione degli organi interni, in particolare la tecnica Bu shen fa (tonificazione dei reni) che corona in pratica ogni seduta di massaggio.

Quen fa
La tecnica Quen fa

È difficile descrivere a parole la qualità e la precisione dei movimenti di un vero esperto, vogliamo quanto meno illustrare i princìpi base della tecnica utilizzata più di frequente: Quen fa (rotolamento della mano).

Nel Tuina l’unico strumento di intervento è costituito dal corpo dell’operatore, la cui energia deve funzionare nel modo migliore per interagire efficacemente con quella del ricevente.

1) la cosiddetta “forza naturale del corpo – Zhi ren li’’: è la capacità naturale di lavoro ottenuta unendo la propria intenzione (Yi) a uno stato di spontaneità e rilassamento (Fang song). È una forza elastica, fluida e continua, in grado di penetrare profondamente e senza creare resistenze nel corpo del paziente. Il segreto di questo tipo di forza risiede proprio nella delicatezza con cui viene applicata, in grado di spingere il paziente a rilasciare spontaneamente le proprie barriere muscolari.

2) L’operatore di Tuina attinge costantemente alla propria energia interna alimentata dalla pratica continua del Neigong. A questo livello l’energia è come una corrente d’acqua capace di fluire ovunque si renda necessario.

3) L’energia della terra: durante il trattamento la nostra energia personale può non essere sufficiente. Occorre attingere continuamente alla terra che ci sostiene. In questo senso si dice che lo Yin (la terra) nutre lo Yang (l’uomo).Attingere energia dalla terra implica la capacità di radicarsi attivamente al terreno, i piedi devono realmente spingere verso terra, attitudine che può essere sviluppata grazie alla pratica del Tajiquan.

Vediamo ora come applicare questi princìpi alla tecnica Quen fa, o tecnica di rotolamento della mano. Questa tecnica viene eseguita mantenendo il corpo nella posizione Kon pu e ponendo il lato ulnare della propria mano a contatto con la zona da trattare; a questo punto si imprime un movimento di rotolamento circolare, mantenendo il polso estremamente morbido. La forza della tecnica proviene dal corretto uso del peso e delle articolazioni. La scuola di Shanghai le attribuisce tradizionalmente una serie di effetti energetici, che qui riportiamo:

“scalda e drena i meridiani e i collaterali, regola e armonizza energia e sangue, risolve le stasi, scioglie le contratture, rilassa i meridiani tendino-muscolari’’.

Queste poche nozioni costituiscono la base per l’apprendimento della tecnica Quen fa. Quello che di rado viene insegnato è il corretto uso dell’intenzione. A questo proposito, il Maestro Wang spiega come l’attenzione del praticante debba focalizzarsi innanzitutto sull’arto inferiore controlaterale rispetto al braccio che esegue la tecnica. Questo consente di prendere energia dal terreno e di inviarla al Tan Tien prima di impiegarla nel massaggio. Ma l’aspetto veramente fondamentale nell’esecuzione è il punto di attenzione relativo alla mano che esegue; contrariamente a quello che sembrerebbe più facile, l’intenzione non segue il dorso della mano direttamente a contatto con il corpo del paziente, bensì si focalizza all’interno del palmo, sul punto Laogong. Ad ogni rotazione della mano cerchiamo una sensazione di espansione del Laogong verso tutte le direzioni dello spazio; così l’energia Yin connessa ai meridiani del lato interno del braccio  può nutrire e promuovere l’energia Yang che scorre sul lato esterno della mano. Il corretto uso dell’intenzione permette quindi di eseguire un movimento equilibrato, in cui le energie Yin e Yang collaborano in modo efficace tra loro.

Consigliamo a tutti i lettori praticanti di Tuina di sperimentare la differenza quasi miracolosa di efficacia ottenuta modificando il punto di attenzione durante l’esecuzione del Quen fa.

Tradizionalmente vengono suggerite immagini metaforiche utili per ottenere una migliore qualità di esecuzione: la forza del praticante deve possedere contemporaneamente le caratteristiche della terra, del vento e dell’acqua; il gesto quindi sarà stabile come la terra, fluido come l’acqua e leggero come un soffio di vento.

Questo risultato finale deve essere raggiunto utilizzando un allenamento graduale suddiviso in quattro passi successivi:

1. Prima di tutto sviluppiamo il corretto uso del polso.

2. Trasmettiamo al polso la forza proveniente da tutte le articolazioni dell’arto superiore.

3. Coinvolgiamo nel movimento anche la forza della schiena e dell’anca.

4. Tutte le articolazioni del corpo partecipano all’unisono.

Gabriele filippini

la prossima edizione della nostra Scuola di Tuina e Qigong inizierà il 24 ottobre prossimo. Festeggiamo 20 anni di attività continua nel campo della formazione.

 

Tai Chi Chuan, Via per l’Armonia
Taijiquan (Tai Chi Chuan) significa “stile di combattimento (quan) basato sul supremo fondamento (Taiji)’’. Ciò significa che in questo stile è fondamentale rispettare i princìpi  di alternanza delle energie basilari dell’universo come descritte dalla filosofia taoista che individua nella armonia degli opposti la fonte di qualsiasi vero equilibrio vitale. Questa particolarissima tecnica psico-corporea riunisce in sé le caratteristiche delle arti marziali cinesi, della meditazione e delle pratiche per il mantenimento e l’incremento della salute.
gabriele Filippini Taijiquan
M. Gabriele Filippini
La storia del Taijiquan vede la prima data certa intorno al 1630 d.c. quando il generale Chen Wan Ting, ritiratosi dalla vita attiva codifica questa arte marziale nella quale, oltre alle tecniche di combattimento, inserisce modalità di allenamento particolarmente utili allo sviluppo di quella che la tradizione cinese definisce “energia interna” termine di difficile interpretazione ma che possiamo assimilare da un lato all’incremento di salute e lunga vita, dall’altro alla capacità di sviluppare straordinarie caratteristiche di forza ed agilità. Il raggiungimento di questo livello particolare di abilità ha portato nei secoli allo sviluppo del Tai Chi Chuan come lo conosciamo attualmente nel quale l’abilità marziale è funzionale al raggiungimenti di un più ampio concetto di benessere psico fisico nel praticante. Gran parte della pratica del Taiji si basa sull’esecuzione di movimenti lenti e circolari il che lo rende adatto alle caratteristiche fisiche di qualsiasi persona, anche anziana.
La Medicina Tradizionale Cinese considera mente e corpo come entità strettamente interrelate; la mente può quindi agire per la guarigione del corpo e quest’ultimo può collaborare alla pacificazione della psiche. Su questi principi di base si fondano i movimenti lenti e armoniosi del Taiji, nei quali la morbidezza del corpo è unita alla totale concentrazione sul gesto effettuato. In questo modo, tramite una pratica paziente e continua è possibile riottenere l’equilibrio complessivo dell’individuo.
Equilibrio energetico che si basa sullo sviluppo di alcune particolari qualità che possiamo definire radicamento, spazio, centratura.
Radicamento
Per Radicamento intendiamo la capacità di percepire ed utilizzare il contatto con il terreno.
Gli esercizi consentono di aumentare la sensazione di stabilità ed equilibrio connessa ad un corretto uso degli arti inferiori; in questo modo lo studente il praticante sperimenta una accresciuta sensazione di sicurezza che consente di riconoscere ogni ambiente e circostanza come proprio. Il grande sviluppo della propriocezione (senso dell’equilibrio) derivante dall’allenamento trova riscontro nei molti lavori scientifici che testimoniano la diminuzione dell’incidenza dei traumi da caduta negli anziani che praticano il Taijiquan rispetto a gruppi di controllo.
Spazio e Centro
Con gli esercizi per lo sviluppo di Spazio e Centro arriviamo realmente al cuore della pratica del Qigong e quindi riteniamo opportuno chiarire cosa intendiamo con questi concetti.
Lo Spazio è prima di tutto la capacità propria del vuoto di accogliere tutto ciò che proviene dall’esterno. Spazio è quindi il “vuoto” interno della bottiglia, il foro della ruota dove alloggia il mozzo e, soprattutto, il cosiddetto “vuoto del cuore” – Xin XU  che è la capacità della nostra mente di mantenersi tranquilla e fluida in modo da accogliere qualsiasi stimolo proveniente dall’esterno. Si tratta di raggiungere uno stato di estrema recettività unito alla libertà di scegliere cosa trattenere e cosa rifiutare tra la molteplicità di proposte che la realtà esterna ci offre.
Da un punto di vista immediatamente pragmatico per spazio intendiamo la nostra sensazione di presenza e di controllo relativa ad certo luogo in un certo tempo. E’ la sensazione multisensoriale di presenza e attenzione totale modulabile grazie alla pratica costante del Qigong.
Chiamiamo Centro il nostro punto di riferimento.
Strutturalmente il centro del corpo è la colonna vertebrale, l’asse che consente di muoverci liberamente, allo stesso modo possiamo considerare come centro del corpo il basso ventre, sede del nostro baricentro.
Quindi il centro e’ il punto, la zona da cui cominciamo a misurare la “realtà”, il nostro territorio fisico e psichico, il nostro spazio. Ricollegandoci ai concetti precedentemente esposti consideriamo il centro come punto di partenza e di riferimento del nostro spazio. E’ la nostra zona di sicurezza, la nostra roccaforte fisica e psichica e nostro obiettivo è imparare a percepirla e a difenderla.
Oltre agli esercizi effettuati individualmente questa arte marziale è caratterizzata dalla pratica di numerosi esercizi a coppie che consentono di sperimentare ed apprendere con maggiore rapidità ed efficacia i concetti proposti. Questi esercizi vengono definiti “spinta delle mani”, in cinese Tui shou.
IL TUI SHOU
Tui Shou significa letteralmente spingere (tui) mano (shou); si tratta di una tecnica nella quale le nostre mani vengono utilizzate per prendere contatto con il compagno di allenamento. I praticanti si pongono l’uno di fronte all’altro con l’obiettivo di sbilanciarsi reciprocamente utilizzando esclusivamente il contatto degli arti superiori.

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Maestri yang Ling Shen e Casarella Tui Shou
I Maestri Yang Lin Sheng e Antonello Casarella
Scopo della tecnica è sperimentare la possibilità, molto concreta, di interagire con una forza esterna senza per questo perdere il controllo della propria postura e del proprio radicamento al terreno. Ognuno dei due praticanti si radica stabilmente al suolo ed utilizza la propria colonna vertebrale come asse dinamico attorno al quale fare fluire efficacemente le forze e le tensioni interne ed esterne coinvolte nel “gioco” stesso.
Il Tui Shou consente in questo modo di verificare e correggere immediatamente squilibri e rigidità posturali evidenziati dalla maggior efficacia che conferiscono all’azione di “attacco” del compagno di fronte a noi. Non dimentichiamo comunque che l’esercizio viene in realtà praticato con spirito di grande collaborazione in quanto è proprio la reciproca attenzione e disponibilità che lo rende così efficace. Si tratta di una pratica assolutamente sicura, una sorta di gioco effettuato nel reciproco rispetto. Questo tipo di allenamento rappresenta una straordinaria metafora della vita; infatti la protezione del nostro “centro”, al quale possiamo attribuire di volta in volta simbologie personali di tipo lavorativo, affettivo o quant’altro, diviene possibile solo grazie ad un atteggiamento allo stesso tempo morbido e vigoroso che ci consenta di ricevere gli stimoli -simbolicamente le “spinte” – e di integrarli nella nostra struttura. Utilizziamo volutamente il termine struttura che possiamo riferire all’aspetto prettamente fisico del corpo oppure traslare immediatamente ai concetti di struttura psichica superficiale e profonda.
Il Taijiquan si presenta quindi come una pratica completa grazie alla quale lo sviluppo dell’efficienza fisica si integra con il benessere mentale, non a caso, attualmente è l’arte marziale con maggiore difusione a livello mondiale.