Ringraziamo il dott. Carlo Di Stanislao e colleghi per il ricchissimo articolo dedicato al 2012,
anno del Drago, considerato di ottimo auspicio dall’astrologia orientale.
Anche se manca ancora un mese al capodanno cinese approfittiamo dell’occasione per porgere i migliori auguri di buon natale e ottimo anno nuovo a tutti i nostri allievi e lettori. Ricordiamo inoltre che i corsi di Tuina e Tai Chi Chuan organizzati a Brescia da Wu Wei ricominceranno il giorno 10 gennaio 2012.
Riportiamo di seguito le prima pagine dell’articolo.
Il 2012: anno del Drago di Acqua
Autori: Carlo Di Stanislao, Rosa Brotzu e Antonio Brucoli
Il 2012, anno del Drago[1] (Long, 龍) di Acqua[2] (Shi, 水), avrà inizio il 23 gennaio[3] e si chiuderà alla mezzanotte del 9 febbraio 2013. In Cina, il Drago è il segno dell’Imperatore (Wang, 王), elemento maschile Yang (Yang Ren, 楊人) per eccellenza ed i suoi anni sono sotto influenze positive, quanto a salute e ricchezza. Per gli adepti della setta buddistica contemplativa Chan[4] (陳) o Zen[5] (禅)in Giappone, il Drago (ドラゴン), rappresentava infinitamente di più. Simboleggiava la visione fugace, istantanea, evanescente e illusoria della Verità ed era quindi equiparato a una manifestazione cosmica. D’altra parte, per i taoisti il Drago era il Tao stesso, incarnato, cioè la Via, la forza onnipresente che si rivela a noi in un baleno per svanire immediatamente. Perché su questo punto tutti i cinesi sono d’accordo: un Drago si mostra soltanto in modo fugace, in una frazione di secondo e soltanto parzialmente; non lo si coglie mai nella sua interezza. Animale fantastico, il Drago (come detto di natura Yang) abitualmente vive nascosto negli abissi mari, nelle viscere della terra o nelle nubi vaganti (di natura Yin). Simboleggia quindi lo slancio spirituale, la potenza divina. Per cui, nel campo dell’arte, si hanno rappresentazioni nervose, gonfie di energia. Come se fossero colti da convulsioni, i Draghi torcono e inarcano i loro corpi muscolosi. In Cina la potenza del Drago esprime ancora oggi la risoluzione dei contrari: un Drago uscito dal fiume giallo consegna il Tai-ki, simbolo dello Yin-Yang all’Imperatore. Un altro indica all’imperatore Fo-Hi il simbolo della Cina stessa: un Drago a cinque artigli, e sulla veste del sovrano del Celeste Impero si trovavano appunto cinque draghi. Il Drago non era il simbolo dell’imperiale “figlio del cielo” o “trono del Drago” soltanto in Cina, ma anche nell’area celtica; inoltre in un testo ebraico si parla di un Drago Celeste come “Re sul trono”. Ancora, come detto, il Drago è mascolino e correlativo della femminile Fenice (鳳凰)[6], inoltre è contrapposto, come punto cardinale orientale, alla Tigre bianca occidentale. Non dobbiamo poi dimenticare che il Drago è sempre associato all’acqua e alla folgore, e che il simbolismo dei due opposti per antonomasia, acqua e fuoco, gli è proprio. Nelle leggende molto spesso i draghi vivono nell’acqua ed alitano fuoco, ma l’acqua del Drago è soltanto simbolica, e rappresenta l’ “etere”, la quint’ essenza da cui nascono i quattro elementi astrologici che ruotano nello svastica[7] attorno ad un polo centrale[8]. Ci troviamo di fronte, in questa croce degli elementi, al mondo delle sfere planetarie; mentre il suo “fuoco” è il simbolo di quella fiamma occulta e primigenia da cui tutte le altre sfere ed i mondi corrispondenti hanno origine: il fuoco dell’Empireo, che in Greco significa appunto “infuocato”. Nell’arte della Corte imperiale, il Drago riveste un aspetto maestoso, brutale e temibile al tempo stesso. Di fatto, in Cina, ognuno, a seconda della posizione sociale e del grado di istruzione, aveva il proprio modo di percepire o di interpretare i draghi. Per l’uomo comune, della strada o dei campi, il Drago era quindi, come abbiamo visto, una creatura benevola e di buon augurio, che annunciava la pioggia e la fertilità, e inoltre era l’emblema dell’imperatore.
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