Dicembre 8

Wài Qì 外气 – La tecnica di emissione del Qi 气

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Il Qi Gong, che è normalmente conosciuto come valida forma di lavoro energetico individuale, costituisce anche la base di una tecnica particolare applicabile a coppie, detta “tecnica del Qi emesso” Wài Qì 外气 , sovente translitterato con Wei Qi. Questa metodologia richiede che l’operatore abbia una rigorosa e lunga pratica personale di Qi Gong che gli renda possibile produrre un surplus di energia veicolabile all’esterno verso gli organi, i punti, i canali o i collaterali del paziente. Questo apporto di energia terapeutica servirà di volta in volta per espellere le Xie Qi del paziente ed eventualmente anche per tonificarne direttamente l’interno.

Nella pratica del Tui Na e dell’agopuntura l’operatore utilizza prima di tutto quella che viene chiamata “emissione della forza” (fa li), che èemissione-si l’aspetto più immediato relativo alla corretta applicazione delle manipolazioni da parte del praticante. L’efficacia della terapia aumenta decisamente grazie alla padronanza dell’emissione di energia interna (fa jin). La distinzione tra questi due aspetti ovviamente non è semplice, in quanto tutti noi siamo composti da un insieme di forze dei meridiani tendino-muscolari, corrispondente all’incirca alla “forza” intesa all’occidentale, e di energia interna, che in questo contesto chiamiamo qi o jin. Entrambi gli aspetti convivono in ogni istante della nostra esistenza, quindi è necessaria una consapevolezza particolare e ben allenata, in cinese yinien, per incrementare l’aspetto sottile del nostro intervento.

L’emissione del qi presuppone un buono stato di salute nel terapista e la capacità di dosare le proprie forze per evitare di innescare stati di esaurimento energetico dal lento e difficile recupero. Il dott. Bi Yongsheng ci ricorda di evitare l’emissione del qi quando il terapista è ammalato o si sente debole, affaticato, affamato, appesantito dal cibo, ubriaco, sopraffatto dalla gioia, dalla tristezza o dalla collera. Questa modalità di lavoro espone inoltre l’operatore alla concreta possibilità di assorbire le energie prevaricanti del paziente (xie qi), quindi è indispensabile un allenamento specifico che consenta di ovviare a questo fenomeno. Citiamo in proposito l’insegnamento del dott. Shen Hongxun, codificatore di una tecnica di emissione del qi definita “Buqi”, il cui presupposto fondamentale è la capacità di espellere le xie qi dal proprio corpo prima di entrare in contatto con altri sistemi energetici.

Le parti del corpo normalmente utilizzate per questa tecnica sono le mani, in particolare la punta delle dita e il punto Laogong, le dita dei piedi e il punto Yongquan, gli occhi e il Tan T’ien inferiore. In questa sede descriveremo la metodologia basata sui sei suoni risananti Liu Zi Jue 六字訣 (già trattati qui), come insegnata dal prof. Jin Hong Su, responsabile del dipartimento di Tui Na dell’Università di Nanchino. Questo insegnamento è stato un vero regalo del maestro ai partecipanti del I Convegno F.I.T.E.Q. (Federazione Italiana Tui Na e Qigong di MTC) organizzato a Varenna nel settembre 2001.

Come abbiamo già fatto notare, per applicare questo tipo di tecniche su altri è prima indispensabile praticarle a lungo, quindi, senza la pretesa di sostituirci all’insegnamento diretto di un istruttore qualificato, illustreremo brevemente sia la pratica individuale di questo stile di Qi Gong, sia l’applicazione sui pazienti che è argomento fondamentale durante il secondo anno della Scuola di Tuina e Qigong organizzata da Wu Wei a Brescia.

Articolo completo in pdf wai-qi-qi-emesso


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